Viva l’innovazione: Aspetta, ma a cosa serve?
Spesso quando si pensa all’innovazione si immaginano menti geniali che di notte hanno una sorta di illuminazione mistica e il giorno dopo, in laboratorio, concretizzano la loro rivelazione con un prodotto mai visto prima.
Purtroppo (o per fortuna) la realtà è ben diversa dalla fantasia; infatti spesso, alla base dell’innovazione, non c’è una rivelazione epifanica, ma un ben più banale e comune errore.
Ebbene sì, se vogliamo essere sinceri, anche Exteryo One è nato da un errore, ma di questo ne parleremo in un altro articolo, non temete.
Se da un lato l’errore ha il grande svantaggio di non essere contemplabile in termini economici, ha l’impagabile vantaggio di farci scoprire un punto di vista inedito a cui mai saremmo arrivati senza avere prima compiuto uno sbaglio.
L’errore è difficile da misurare, è imprevedibile e non verificabile, ed è proprio questa sua evanescenza che ci permette di vedere un modello da una diversa angolazione. Infatti è negli angoli inediti, oscuri, che si annida il potenziale di innovazione.
Tuttavia innovare non significa solo farci venire nuove idee, ma percorrere quel sottile filo che parte dall’idea, si divincola nella producibilità e approda al valore del mercato.
I primi anni di Exteryo si sono concentrati sulla ricerca pura perché, se ci sono delle cose che non sono mai mancate nella nostra azienda, sono proprio le idee.
Exteryo è un’officina traboccante di idee, frutto dello spirito inventivo senza limiti di analisi e restrizioni di nessun tipo. Un modo di agire splendido che ha permesso ad Exteryo di distinguersi come azienda visionaria. Ma le nostre idee che sembravano in grado di cambiare il mondo si sono rivelate poco più che un esercizio intellettuale, incapaci di spiccare il volo in un mercato che richiede progetti economici sostenibili.
I ragazzi che lavorano in Exteryo sono sconvolti dalla portata delle soluzioni progettate e realizzate nei primi anni dell’azienda. Hanno visto l’immaginazione prendere vita, ma allo stesso tempo sono stati costretti a confrontarsi con la difficoltà di commercializzarle con successo.
Non è un caso che i nostri interlocutori le hanno trovate potenzialmente disruptive, «forse troppo», ci hanno detto, per riuscire a creare un vero business. Viva l’innovazione, appunto!
Come possiamo darle quella forma di utilità affinché sia redditizia anche per le aziende nostre clienti? Ci arriviamo.
Il termine “genialità” non ci è mai andato a genio, scusate il gioco di parole. I geni che noi reputiamo tali sono Leonardo, Galileo, Newton, che con pochi e approssimativi mezzi sono riusciti a intuire cose che nessuno si sarebbe mai neanche sognato. Oggi abbiamo a disposizione un arsenale tale di strumenti su cui fare affidamento per cui la genialità si è trasformata da spontanea a generata. Il nostro obiettivo quotidiano è quello di trovare soluzioni uniche, che non siano solo un prodotto fisico o digitale, ma anche un modo completamente nuovo di utilizzo, produzione e distribuzione.
Trovare una soluzione richiede una comprensione chiara e inequivocabile di ciò che le aziende richiedono, e strutturare il tutto in un modello di business che sia:
- Remunerativo per noi, perché ovviamente siamo anche concreti, la parte economica è imprescindibile.
- Efficace per i nostri interlocutori, perché l’innovazione deve raggiungere un obiettivo specifico e soddisfare le esigenze dei nostri clienti.
Attenzione però, non è un gioco da ragazzi. Ogni incontro diventa una vera e propria sfida. Lo abbiamo capito nel profondo, infatti la sfida è diventata la parola che abbiniamo sempre a innovazione.
E per concludere, torniamo alla domanda da cui siamo partiti:
A cosa serve l’innovazione?
L’innovazione serve a dare una risposta alle sfide che la società, l’economia e le persone affrontano ogni giorno, e in questo, Exteryo, ha trovato la sua ragion d’essere.
Viva l’innovazione.
Ci leggiamo al prossimo articolo.